Dr.ssa Anna Maria Giammona
Ortopedia e traumatologia / Riabilitazione
Laserterapia Antalgica
É una metodica utilizzata in riabilitazione per trattare disturbi dolorosi
Il Laser interagendo con i tessuti provoca un effetto antalgico ed aiuta a ridurre il sintomo doloroso. I laser hanno una Lunghezza d’onda variabile ed una vasta gamma di possibilità terapeutiche
I più performanti sono il Laser Yag e Quello a Diodi.La laserterapia ad alta potenza trasferisce grandi quantità di energia ai tessuti, in un tempo molto basso con programmi e trattamenti di soli 5-8 minuti. Essendo una fonte di energia puntiforme va direzionata in maniera corretta. Un lavoro a scansione ad esempio, produrrà un trasferimento di energia ad un’ area più grande, ma la quantità di energia saà minore. Il Laser ad alta potenza ha un’ azione antinfiammatoria, antiedemigena e biostimolante, maggiore con un miglioramento eccezionale sullo stato infiammatorio sia acuto che cronico.
La Laserterapia ad alta potenza è indicata in campo ortopedico in tutte le patologie di natura traumatica, infiammatoria a carico del sistema Osteo-articolare e muscolo tendineo, anche in campo estetico nel trattamento delle cicatrici cheloidee
Può essere utilizzato anche nelle zone di dolore riflesso per indurre un cambiamento locale con riduzione dell’edema Solitamente bastano poche sedute, e probabilmente già al termine della prima seduta, sarà possibile avvertire un miglioramento importante anche se temporaneo
In campo sportivo trova larga diffusione, con sedute ravvicinate.
Le controindicazioni alla laser terapia sono:
Portatori di Pacemaker di vecchia generazione, non schermati
Donne in stato di Gravidanza
Persone con Patologie Tumorali in atto
Idrokinesiterapia
E' una disciplina olistica che utilizza la riabilitazione in acqua per ottenere il recupero funzionale dopo un intervento chirurgico o un trauma: sfrutta le nozioni base della riabilitazione insieme resistenza dell'acqua, che facilita uteriormente il recupero funzionale specie dopo interventi chirurgici o traumi. Molti risultati positivi si evidenziano anche nell'applicazione in pazienti con patologie neurologiche
E' un trattamento riabilitativo a tutti gli effetti e l'immersione in acqua arricchisce la seduta da un punto di vista psicomotorio importante
Il servizio di riabilitazione in acqua spesso si rivolge a pazienti con esiti di patologie di varia natura a carico del sistema nervoso centrale (SNC), sistema nervoso periferico (SNP), vascolare, ed in ambito ortopedico-traumatologico.Particolarmente indicata
- Nelle prime fasi dei programmi riabilitativi post chirurgici o post traumatici
- Per riprendere in maniera corretta i movimenti spontanei
È indicata per svolgere esercizi in scarico parziale o totale, facilitando l’esecuzione di movimenti che in gravità sarebbero difficile o impossibili effettuare.
In acqua ci si sente sicuri non avendo il timore di cadere , avendo come obiettivo il miglioramento di tutte le qualità fisiche (resistenza, forza, velocità) e dell' elasticità muscolare ed articolare e della coordinazione neuro-muscolare
In una sessione si possono introdurre anche elementi validi di educazione respiratoria e posturale, il galleggiamento è sostenuto per tutta la lezione tramite vari ausili, e il lavoro sul miglioramento dell'equilibrio e la resistenza al movimento è costante e la seduta varia a seconda della patologia da cui è affetto il paziente.
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Si definisce distorsione la perdita temporanea dei rapporti anatomici di una articolazione per trauma diretto o indiretto
Sintomatologia
Ci si accorge immediatamente di una distorsione a causa del dolore nella dei legamenti interessati e del gonfiore evidenziabile nella parte esterna
Distorsione lieve : causa gonfiore e rigidità, si può camminare , dare peso al piede, senza grande sforzo né dolore , si evidenzia un leggero strappo dei legamenti
Distorsione di grado medio : causa ecchimosi, lividi e gonfiore intorno alla caviglia, specie sul lato esterno , intorno al malleolo peroneale, camminare e caricare è molto doloroso e quasi impossibile. I legamenti risultano maggiormente interessati, specialmente il peroneo astragalico anteriore
Distorsione grave: vi è una lesione grave dei legamenti con notevole ecchimosi e tumefazione, la caviglia è instabile e ci si può sentire "traballanti", è impossibile camminare, il dolore è intenso acuto e persistente. Vi è una lesione completa dei legamenti della caviglia che si irradiano dal perone e vanno verso l’astragalo ed il calcagno
Accertamenti diagnostici
È indispensabile una radiografia per evidenziare eventuali fratture della caviglia o del piede, si potrà eseguire anche un’ecografia per evidenziare i danni legamentosi ed un esame RMN, ma questi ultimi esami son
Nelle prime 24 / 72 ore è necessario applicare ghiaccio per circa 20 minuti almeno ogni due tre ore.
opportuno tenere sempre un’aciugamani o un panno sottile tra il ghiaccio e la pelle per evitare lesioni cutanee. L’elevazione dell’arto, tenuto sopra una sedia o un cuscino aiuta a ridurre il gonfiore
Trattamento
Il trattamento continua con l’uso di tutore ortopedico o apparecchio gessato in base alla gravità della lesione. I tempi di immobilizzazione variano dai 20 ai 30 giorni. In alcuni casi può essere indicato il trattamento chirurgico.
Gli esercizi di riabilitazione sono fondamentali per il recupero ottimale della caviglia.
Se una distorsione non viene curata in modo adeguato si può manifestare cronicizzazione del dolore aumento delle probabilità di altre distorsioni
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Il Morbo di Perthes - Malattia di Legg-Calvé-Perthes
É una malattia che interessa i giovani tra i 3 ed i 12 anni con un picco di manifestazione statisticamente rilevante , intorno ai 7 anni e per i pazienti maschi. Nel 10% dei casi è bilaterale
Quando presente nelle bambine assume un andamento più grave con una prognosi peggiore
Per ragioni sconosciute, il nucleo di accrescimento epifisario prossimale del femore di una o di ambedue le anche , comincia a disgregarsi e va incontro ad una necrosi precoce. Anche se evolve molto lentamente , il risultato è la deformazione della testa femorale
Sintomi
Il sintomo pricipale è il dolore: localizzato in zona inguinale o irradiato al ginocchio omolaterale con zoppia dopo sport o attività fisica prolungata. Il dolore e la zoppia diventatno nel tempo più importanti e costani e compare riduzione della articolarità dell’anca . Comincia man mano a mancare la capacita di abdurre l'anca, ossia il prtarla verso l'esterno e manca la capacità di ruotare la gamba. Nella fase conclamata il bambino cammina con l'anca flessa in una tipica posizione antalgica come da atrosi precocissima
Diagnosi differenziale
Occorre pensare anche alla possibilità di Artrite settica , nei bambini da 0 a tre anni, di Sinovite transitoria deIl'anca nel bambino dai 2 agli 8 anni, ed all'epifisiolisi dell'anca tra i 12 e 16 anni
Esami diagnostici
La radiografia è indispensabiel: vi è una perdita di omogeneità della testa del femore che progressivamente si assottiglia. I peggioramenti radiografici, specie nella fase iniziale della malattia, sono la regola. Alla radiografia standard può essere associato uno studio RMN ( Risonanza)
Trattamento
Il trattamento è molto controverso e nessun metodo ha dimostrato di essere migliore rispetto ad altri.
Il trattamento conservativo consiste in fisioterapia, tutori in abduzione, tutori con scarico dell’arto affetto e riposo a letto con trazione.
L’apparecchio gessato di Petrie e la staffa di Thomas sono caduti in disuso rispetto al passato .
Il trattamento chirurgico va dal gesto sui tessuti molli alla osteotomia femorale varizzante, nel riposizionamento del grande trocantere, nelle osteotomie pelviche o in una combinazione di questi metodi.
L’articolazione della spalla è la più mobile rispetto alle altre articolazioni del corpo umano.
La testa omerale si appoggia sulla glena che ha dimensioni nettamente più piccole dell’epifisi omerale che viene ingrandita da un cercine cartilagineo.
Gli stabilizzatori hanno la funzione di rendere più “stabile “ l’articolazione e vengono suddivisi in statici e dinamici.
I primi sono costituiti dal cercine glenoideo, dalla capsula, dai legamenti di rinforzo alla capsula stessa e dalla pressione negativa presente all’interno dell’articolazione.
Gli stabilizzatori dinamici sono costituite dalle strutture muscolo-tendinee suddivise in: la cuffia dei rotatori e i muscoli scapolari.
Le instabilità di spalla possiamo suddividerle in due grandi gruppi: le maggiori e le microtraumatiche


Nelle instabilità “maggiori” abbiamo un trauma che determina la perdita dei rapporti tra testa omerale e glena (lussazione) in spalle da considerare “normali”.
Avremo :
lussazioni anteriori: antero-inferiore (la maggioranza delle lussazioni di spalla), sottocoracoidea, sottoglenoidea, sottoclavicolare, intratoracica, e la rarissima retroperitoneale.
lussazioni posteriori: le sottoacromiali, le sottoglenoidee e le sottospinose
La lesione più frequente che si manifesta in seguito ad una lussazione è il distacco del complesso cercine-capsulo-legamentoso, definita anche come lesione di Bankart .
La lussazione può determinare anche una lesione ossea su uno dei due versanti articolari o su entrambi :I nelle lussazioni anteriori potremo avere sul versante glenoideo una «Bony Bankart», cioè un distacco osseo insieme al complesso cercine capsulo-legamentoso, e sul versante omerale una frattura da impatto della porzione postero-laterale della testa omerale definita come lesione di Hill Sachs Nelle lussazioni posteriori potremo avere una frattura da impatto della testa omerale a livello porzione antero-superiore definita come lesione di Mc Laughing. In conclusione
In questi pazienti dove c’è nell’anamnesi un episodio macrotraumatico sarà necessario un inquadramento strumentale che prevede la RMN o l’Artro-RMN per lo studio dei tessuti molli e la TAC con ricostruzione 3D per lo studio dell’osso.
Nel secondo gruppo di instabilità, quelle “minori” o micro-instabilità, ritroviamo le instabilità acquisite in spalle definite “sane” da overuse. Ossia in sportivi o lavoratori in cui sia prevista un’attività sportiva o manuale «over the head» con ritmi stressanti per le strutture articolari
Questi stresssi scaricano a livello della cosiddetta ancora bicipitale ossia su cercine glenoideo superiore e dal Capo Lungo del Bicipite Brachiale (CLB). A questo livello potremo avere un distacco dell’ancora identificato con lesione S.L.A.P. (lesione del labbro glenoideo superiore anteriore e/o posteriore) secondo la classificazione di Snyder, in cui riconosciamo 4 tipi di SLAP sempre più gravi che possono portare anche a lesione della cuffia dei rotatori
Lo studiocon RMN o con ArtroRMN della spalla confermerà il quadro clinico In questo gruppo con micro lesioni ritroviamo anche le cosiddette A.M.B.R.I.I., cioè quelle spalle caratterizzate da un’iperlassità congenita. Le caratteristiche anatomo-patolgiche sono caratterizzate da un aumento del volume capsulare associato a una detensione dei gleno-omerali medio e inferiore e dell’intervallo dei rotatori
L’approccio iniziale è di tipo riabilitativo puntando a un programma di potenziamento muscolare del cingolo scapolare della durata minima di 4-6 mesi al fine di risolvere il quadro sintomatologico. Se il dolore e la sublussazione perdurano, vi è l’indicazione a un trattamento chirurgico
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La necrosi asettica della testa del femore
La necrosi asettica della testa del femore è caratterizzata da dolore, localizzato in sede inguinale irradiato sulla faccia anteriore e mediale della cos
Gli esami necessari sono la radiografia classica eseguita in due proiezioni, la risonanza magnetica ed eventualmente la scintigrafia ossea
La risonanza premette la diagnosi certa, anche in fase precoce e consente di seguire la malattia e il risultato delle terapie.
Cause
La causa fondamentale è l’interruzione del flusso ematico alla testa del femorale.
Episodi di lussazione dell’anca o a fratture del collo femorale possono interrompere l’apporto vascolare alla testa del femore.
Le cause dovute a patologie non traumatiche sono molteplici. La più frequente è l’uso prolungato di CORTISONE e l’ALCOLISMO.
ALTRE CAUSE POSSONO ESSERE
RADIOTERAPIA |
CHEMIOTERAPIA |
LUPUS ERITEMATOSO - SCLERODERMIA |
VASCULITI |
EMOGLOBINOPATIE |
CIRROSI EPATICA |
IPERLIPIDEMIA IDIOPATICA |
GOTTA IPERURICEMIA |
SINDROME DA IMMUNODEFICENZA ACQUISITA |
SINDROME DI GAUCHER |
MALATTIA EMBOLICA da decompressione (MDD) |
PANCREATITE CRONICA |
MORBO DI CROHN- ILEITE TERMINALE |
Patogenesi e Classificazione
Le lesioni di piccole dimensioni , possibilmente fuori dalla zona di carico hanno la prognosi migliore, maggiore è la lesione iniziale e maggiori sono gli esiti invalidanti
Si distinguono vari stadi in base alla classificazione di Stenberg
Stadio I Steinberg : la radiografia è normale, mentre alla RMN si evidenzia edema osseo Il tentativo di riparazione della lesione determina la deposizione di nuovo osso ai confini della zona necrotica
Stadio II Steinberg la zona necrotica è evidente radiograficamente con una linea di radiolucenza periferica, il profilo della testa è ancora normale ben rappresentato
Stadio III Steinberg, la resistenza meccanica è ridotta e la testa femorale comincia a deformarsi sepre in modo più grossolano
Stadio IV Steinberg la testa femorale perda la sua rotondità divenendo l,incongruente con l’acetabolo
Stadio V e VI di Steinberg. La degenerazione artrosica è completa
Trattamento
Non esiste un trattamento unitario adatto per tutti i pazienti
Metodi senza intervento chirurgico
– Trattamento con difosfonati. Si tratta di farmaci che vengono comunemente impiegati per il trattamento della osteoporosi..
– Onde d’urto. Si tratta di una trattamento con onde acustiche ad alta energia Sembra che agisca con un sovvertimento del tessuto necrotico e che stimoli la vascolarizzazione.
– Campi elettromagnetici pulsati (CEMP). Sembra che stimolino la rigenerazione tissutale e la rivascolarizzazione.
- Terapia iperbarica, l’impiego di ossigenoterapia iperbarica migliora significativamente l’effetto del trattamento clinico nel caso di una testa del femoreale senza collasso corticale (classificata come: Steimberg 1 – 3
Tecniche chirurgiche non sostitutive:
- TECNICHE DI DECOMPRESSIONE per favorire l’apporto sanguigno e la rivascolarizzazione della zona. Si eseguono perforazioni multiple nella zona necrotica con fili di 2-3mm di diametro.
- OSTEOTOMIE Consiste nel ri-orientamento della testa femorale per mettere sotto carico una zona indenne
- TECNICHE DI SUPPORTO MECCANICO consistenti nel tentativo di cercare di sollevare il frammento necrotico rinforzando con innesti o con cemento o con chiodi in tantalio innestati sino alla zona sub condrale.
- TECNICHE MICROCHIRURGICHE CON PERONE VASCOLARIZZATO è un intervento notevolmente invasivo ormai in disuso
- ARTROPROTESI DI RIVESTIMENTO Consiste in un rivestimento metallico posto sulla testa femorale senza eseguire nulla sull’ acetabolo
- CELLULE STAMINALI E FATTORI DI CRESCITA L’uso di fattori di crescita dell’osso come la BMP. Insieme agli innesti ed a fattori che promuovono la crescita di nuovi vasi sembra una tecnica promettente.. Anche le tecniche con cellule staminali sembrano molto promettenti.
La protesi totale d’anca
Resta l’unico trattamento nelle fasi avanzate Le protesi attuali ,con un maggior rispetto osseo hanno un’ indicazione primaria in questo tipo di pazienti giovani.